Il mito di Venezia. Da Hayez alla Biennale

Ottanta opere divise in otto sale nella splendida cornice del Castello Visconteo di Novara per raccontare il mito della città lagunare. Partendo dal grande maestro Francesco Hayez il percorso presenta una ricca selezione delle opere più importanti e spesso mai viste perché provenienti da prestigiose collezioni private dei più noti artisti italiani della seconda metà dellOttocento.
Informazioni
Il mito di Venezia, da Hayez alla Biennale
Novara, Castello Visconteo Sforzesco, piazza Martiri della Libertà n. 3
Dal 30 ottobre 2021 al 13 marzo 2022
Orari:
Martedì domenica 10,00 19,00 (la biglietteria chiude alle 18,00)
Aperture straordinarie: Lunedì 1 novembre, mercoledì 8 e domenica 26 dicembre, sabato 1, giovedì 6 e sabato 22 gennaio
Chiuso: venerdì 24, sabato 25 e venerdì 31 dicembre
Biglietti:
Intero 12,00
Ridotto 10,00 (Visitatori dai 20 ai 26 anni e over 65, Gruppi composti da almeno 10 persone, Soci TCI Touring Club e FAI, Soci di Abbonamento Musei Lombardia Valle dAosta, Giornalisti con tesserino ODG con bollino dellanno in corso non accreditati dallufficio stampa, Soci di altri enti convenzionati muniti di tessera, Insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado; Promozione famiglia: Accompagnatori, massimo 2, di ragazzi dai 6 ai 19 anni; Promozione cupola: visitaori della Cupola di San Gaudenzio)
Ridotto Ragazzi 6,00 (Ragazzi dai 6 ai 19 anni)
Gratuito (Minori di 6 anni, Disabili muniti di certificazione, Guide turistiche abilitate con tesserino di riconoscimento, Giornalisti accreditati dallUfficio Stampa, Insegnanti accompagnatori di scolaresche composte da almeno 9 studenti, Soci di Abbonamento Musei Piemonte Valle dAosta e Abbonamento Musei Formula Extra)
Per lacquisto online dei biglietti vai sul sito di VIVATICKET
Promozioni e convenzioni
Promozione famiglia: hanno diritto al biglietto ridotto gli accompagnatori (massimo 2) di ragazzi dai 6 ai 19 anni
Promozione Cupola: i visitatori della mostra avranno diritto di accesso alla Cupola di San Gaudenzio con biglietto ridotto fino al 30/9/2022; i visitatori della Cupola avranno diritto di accesso alla mostra con biglietto ridotto.
Galleria Giannoni: i visitatori della mostra avranno diritto di accesso alla Galleria Giannoni con biglietto gratuito fino al 30/9/2022.
Per celebrare i 1600 anni della città di Venezia, la cui fondazione è stata tradizionalmente fissata al 25 marzo dellanno 421, Mets Percorsi darte, la Fondazione Castello e il Comune di Novara, con il patrocinio della Commissione Europea, della Regione Piemonte, della Provincia di Novara e di Venezia 1600, propongono la mostra Il mito di Venezia. Da Hayez alla Biennale, curata da Elisabetta Chiodini con un prestigioso Comitato scientifico diretto da Fernando Mazzocca di cui fanno parte Elena Di Raddo, Anna Mazzanti, Paul Nicholls, Paolo Serafini e Alessandra Tiddia.
La mostra
Dettagli : qui
Punto di partenza del percorso espositivo sono le opere di alcuni dei più grandi maestri che hanno operato nella città lagunare nel corso dei primi decenni dellOttocento influenzando significativamente con il loro insegnamento e i loro lavori lo svolgersi della pittura veneziana nella seconda metà del secolo, vera protagonista della rassegna.
La prima sala è dunque dedicata alla pittura di storia, considerato il genere più nobile della pittura, vi troviamo quattro importanti lavori di Francesco Hayez (1791-1882), tra cui lo splendido Venere che scherza con due colombe (1830), Ritratto di Gentildonna (1835) e limponente Prete Orlando da Parma inviato di Arrigo IV di Germania e difeso da Gregorio VII contro il giusto sdegno del sinodo romano (1857); accanto ad essi opere di Ludovico Lipparini (1800-1856) e Michelangelo Grigoletti (1801-1870), artisti di rilievo nonché figure chiave nella formazione di autori di spessore della generazione successiva, anchessi presenti in mostra, quali Marino Pompeo Molmenti (1819-1894) e Antonio Zona (1814-1892).
Nella seconda sala sono esposti quegli autori, veneziani e non, che più di altri hanno contribuito via via alla trasformazione del genere della veduta in quello del paesaggio: tra questi il grande pittore Ippolito Caffi (1809-1866) con due splendide vedute veneziane: Festa notturna a San Pietro di Castello (1841 circa) e Venezia Palazzo Ducale (1858), Giuseppe Canella (1788-1847), Federico Moja (1802-1885) e Domenico Bresolin (1813-1899), questultimo tra i primissimi ad interessarsi anche di fotografia e già nel 1854 indicato tra i soci dellAccademia come pittore paesista e fotografo. Titolare dal 1864 della cattedra di Paesaggio, Bresolin fu il primo a condurre i giovani allievi a dipingere allaperto, in laguna come nellentroterra, affinché potessero studiare gli effetti di luce e confrontarsi sulla resa del vero in un ambiente nuovo e stimolante, diverso da quello cui erano abituati, per di più, codificato dai grandi vedutisti del passato. Tra loro si ricordano Gugliemo Ciardi (1842-1917), Giacomo Favretto (1849-1887), Luigi Nono (1850-1918), Alessandro Milesi (1856-1945) e Ettore Tito (1859-1941), protagonisti della mostra.
La terza sala è dedicata ad uno dei più valenti e amati paesaggisti veneti, Guglielmo Ciardi, del quale sono esposte dodici opere che, come in una sorta di piccola esposizione monografica, partendo dagli anni sessanta dellOttocento documentano levoluzione della sua pittura fino ai primi anni novanta. Sua la magnifica Veduta della laguna veneziana (1882), immagine della mostra e altre splendide tele ambientate nei dintorni di Venezia o scorci della città come il bellissimo olio Mercato a Badoere (1873 circa).
Nelle sale a seguire troviamo incantevoli opere che hanno per tema la vita quotidiana, gli affetti e la famiglia dedicate alla pittura del vero: come Il bagno (1884) di Giacomo Favretto; Alle Zattere (1888) di Pietro Fragiacomo; Mattino della domenica (1893 circa) e La signorina Pegolo (1881) di Luigi Nono; Girotondo (1886) di Ettore Tito. Sul mondo del lavoro scorrono altre opere vivaci e ricche di dettagli con protagonisti contadini, lavandaie, raccoglitrici di riso, venditori di animali, sagre e mercati, come La raccolta del riso nelle terre del basso veronese (1878) e Il mercato di Campo San Polo a Venezia in giorno di sabato (1882-1883) di Giacomo Favretto; il malinconico paesaggio Verso sera presso Polcenigo (Friuli) (1873) di Luigi Nono; Lavandaie sul Garda (1888) e Raggi di sole (1892) di Ettore Tito.
E per chiudere questa triplice sezione di vita quotidiana alcune tele dedicate agli idilli amorosi, un soggetto a metà strada tra il genere e il vero molto amato e frequentato dai pittori del secondo Ottocento: al bellissimo Idillio (1884) di Luigi Nono, si aggiungono tele con indimenticabili figure di giovani fidanzati e sposi di Favretto, Tito, e di Alessando Milesi con un altro Idillio (1882 circa) e Corteggiamento al mercato (1887 circa).
La settima sala è interamente dedicata a Luigi Nono e offre un focus su una delle opere più celebri del pittore, il Refugium peccatorum. Oltre alle redazioni del 1881 e del 1883, grandi tele condotte ad olio, sono esposti studi, disegni ed altre significative opere di confronto, come Le due madri (1886).
Lottava e ultima sala della mostra è invece dedicata alle opere realizzate dai medesimi artisti tra la fine degli anni novanta dellOttocento e i primi anni del Novecento, tele di ampio respiro che riflettono il rinnovamento e il cambiamento di gusto indotti nella pittura veneziana dal confronto diretto con la cultura figurativa dei numerosi pittori stranieri che partecipavano alle nostre Biennali Internazionali dArte. Spiccano Il Bucintoro (1902-1903 circa) di Guglielmo Ciardi; Visione antica (1901) di Cesare Laurenti; Luglio (1894) e Biancheria al vento (1901 circa) di Ettore Tito.
Una mostra dunque ricca di opere importanti e di grande bellezza con un percorso molto godibile che racconta Venezia e levolversi della pittura italiana dalla metà alla fine dellOttocento, verso i fermenti che caratterizzeranno i primi del Novecento.